Con il suo inimitabile modo di raccontare, attingendo al
Midrash e al Talmud, Elie Wiesel ci fa sentire i personaggi biblici incredibilmente vicini: le loro speranze e le loro
angosce diventano così le nostre. Noè, Sara, Agar, Mosè,
Aronne, Miriam, Sansone, Ruth, Elia, Giona, Isaia, Daniele, Ezechiele, Geremia, Ester hanno tutti in comune
una caratteristica: il dono della profezia. Questo li colloca
in una posizione scomoda tra Dio e il suo popolo, tra la
rabbia o l’indulgenza dell’uno e gli errori e il pentimento
dell’altro. Scelti per essere messaggeri degli ordini e degli
ammonimenti divini, sono costretti ad annunciare il castigo per le trasgressioni future. La loro forza risiede tanto nella sottomissione a una volontà che
li trascende quanto nella potenza delle loro parole, parole minacciose o consolatorie il cui tono
incute timore e la cui intensità è in grado di scuotere anche il cuore più arido.
Queste figure straordinarie, spesso costrette a un tragico destino, hanno un potere politico che le sovrasta e un potere poetico senza il quale la loro missione sarebbe priva di senso. E in mezzo a questo tumulto, in balia di voci e visioni, saranno anche capaci di una grande compassione e di un’infinita, profonda umanità. Dietro ognuno di questi ventuno personaggi, che appartengono al passato solo fino ad un certo punto, si scorge dunque, per esempio, l’ombra possibile di un qualsiasi genitore, di un insegnante, di un capo politico, di un leader religioso, di un comandante militare,
Queste figure straordinarie, spesso costrette a un tragico destino, hanno un potere politico che le sovrasta e un potere poetico senza il quale la loro missione sarebbe priva di senso. E in mezzo a questo tumulto, in balia di voci e visioni, saranno anche capaci di una grande compassione e di un’infinita, profonda umanità. Dietro ognuno di questi ventuno personaggi, che appartengono al passato solo fino ad un certo punto, si scorge dunque, per esempio, l’ombra possibile di un qualsiasi genitore, di un insegnante, di un capo politico, di un leader religioso, di un comandante militare,
di un direttore
d’azienda e di chi, per farla breve, occupa un posto di responsabilità tale da dover prendere quelle
tipiche decisioni che si giocano tutte tra la possibilità di una scelta vera, autentica, difficile ma
realizzante. Rifiutando sempre l’altra possibilità, quella più facile, quella che appartiene solo a
chi, per non scontentare nessuno, dice a ciascuno solo ciò che ognuno vorrebbe sentirsi dire. La
parola tranquilla, politicamente corretta, quella che non offende nessuno, rende tutti contenti, e
nega a chiunque il segreto della vera felicità, perché sarebbe troppo faticoso il prezzo di una tale
conquista. Non così i profeti. Non la loro Parola, che non è la loro.
Elie Wiesel
(1948-2020)
Elie Wiesel è stato uno scrittore, giornalista, saggista, filosofo e attivista per i diritti umani. Nato in Romania, di origini ebraiche, Wiesel ha vissuto e testimoniato l’indicibile orrore dell’Olocausto, emergendo da quel buio come un faro di speranza. Naturalizzato statunitense, ha dedicato la sua vita a scrivere, raccontare e riflettere.
Con 57 libri all’attivo, il suo capolavoro “La notte” resta un toccante resoconto autobiografico, dove Wiesel narra con struggente lucidità la sua esperienza nei campi di concentramento di Auschwitz, Buna e Buchenwald, offrendo al mondo una testimonianza di dolore e sopravvivenza.
Quando nel 1986 gli fu conferito il Premio Nobel per la Pace, il Comitato Norvegese lo definì un “messaggero per l’umanità”. La sua instancabile lotta per affrontare l’umiliazione e il disprezzo di cui fu testimone nei campi di Hitler, insieme al suo impegno pratico per la causa della pace, trasmettono un messaggio di pace, espiazione e dignità umana che risuona ancora oggi nel cuore dell’umanità.
Elie Wiesel è stato uno scrittore, giornalista, saggista, filosofo e attivista per i diritti umani. Nato in Romania, di origini ebraiche, Wiesel ha vissuto e testimoniato l’indicibile orrore dell’Olocausto, emergendo da quel buio come un faro di speranza. Naturalizzato statunitense, ha dedicato la sua vita a scrivere, raccontare e riflettere.
Con 57 libri all’attivo, il suo capolavoro “La notte” resta un toccante resoconto autobiografico, dove Wiesel narra con struggente lucidità la sua esperienza nei campi di concentramento di Auschwitz, Buna e Buchenwald, offrendo al mondo una testimonianza di dolore e sopravvivenza.
Quando nel 1986 gli fu conferito il Premio Nobel per la Pace, il Comitato Norvegese lo definì un “messaggero per l’umanità”. La sua instancabile lotta per affrontare l’umiliazione e il disprezzo di cui fu testimone nei campi di Hitler, insieme al suo impegno pratico per la causa della pace, trasmettono un messaggio di pace, espiazione e dignità umana che risuona ancora oggi nel cuore dell’umanità.