Il vestito di Arlecchino

di Giovanna Martelli - Segretaria Generale Fondazione Rut

Può darsi che quando abbiamo pensato alla rivista ERRE era tempo di Carnevale, non saprei di quale anno. Per noi ERRE è il vestito di Arlecchino: all’inizio bianco e un po’ lacero, poi rattoppato con i colori di chi ha condiviso con lui un pezzo di strada.

Fondazione Rut e ERRE compagne di viaggio, osservatrici di un mondo distopico stretto tra l’accelerazione tecnologica/intelligenza artificiale e le disuguaglianze globali: nel post pandemia il 10% delle persone possiede il 76% di tutta la ricchezza globale.

Rut e ERRE cercheranno di indagare i fenomeni complessi del nostro tempo, attraverso il racconto e le testimonianze di storie e vissuti significanti, quasi a voler affermare che la secolarizzazione della conoscenza, del potere, dell’economia e della cultura ci hanno privato della ricerca del significato, offrendoci un mercato illimitato di opzioni ma, limitando progressivamente le nostre capacità di discernimento e di scelta.

Il primo numero sarà dedicato ai Fondamenti/Fondamentalismi, portando all’attenzione del lettore una riflessione di Maurizio Gentilini sulle origini del fondamentalismo, con Luigino Bruni dialogheremo sulla perdita dei legami di comunità, della difficoltà di riconoscere il diverso da noi e del vivere nella periferia dell’umanità. La testimonianza di Edith Bruck porta alla nostra attenzione l’aberrante convinzione dell’essere portatori di una verità assoluta, destinati alla degenerazione del disprezzo per gli altri, all’aggressività e infine alla guerra e allo sterminio. Solidarizzeremo, nelle nostre pagine, con la lotta delle donne iraniane attraverso la riflessione della giornalista Hana Namdari che porta la nostra attenzione proprio sui fondamenti della cultura iraniana e ci conduce con il suo racconto, fino al tempo dell’occupazione delle menti operata dal regime iraniano che ha come principale obiettivo, come tutti i fondamentalismi, la libertà delle donne.

I racconti che troveremo nelle pagine di ERRE ci riporteranno alla necessità impellente di costruire una “coscienza del noi” in opposizione alla “supremazia dell’io”, all’importanza dell’alleanza nel rispetto della dignità e dell’integrità dell’altro, nel pieno spirito di Rut, ispiratrice del nostro ricercare e agire.

Fondamenti/Fondamentalismi per aprire la strada alla generatività, che incontreremo nel secondo numero di ERRE dedicato alle “Madri, partendo dal pensiero di Adriana Cavarero per recuperare il valore simbolico profondo che vede le donne generatrici di esseri viventi, abitanti della Terra unite dall’esperienza della maternità. Rifletteremo sulla maternità nelle sue molteplici vesti: come un dovere imposto dalla società patriarcale, come il raggiungimento di un riconoscimento sociale, come un limite per la carriera professionale. Racconteremo delle Madri che perdono i propri figli nell’atrocità della guerra e della funzione fondamentale delle Madri e delle Donne nella costruzione e il mantenimento della Pace.

Un lavoro, la costruzione di ERRE, di cucitura tra pensieri e storie differenti che ci apriranno a riflessioni inedite, utili per testimoniare l’esigenza di tenere insieme la ricerca, l’innovazione tecnologica con i bisogni della vita quotidiana, della convivenza civile, della sostenibilità ambientale, della Pace.

Una cucitura plurale che ci porterà a indossare un vestito rattoppato con mille colori, proprio come Arlecchino. Grazie a chi ci crede, a chi ci critica, a chi collabora e a chi ci guida.

Buona strada ERRE.
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