
Moshkele il ladro
Sholem Aleichem, pp.102, € 12
Fino al momento in cui scrisse questo romanzo, Sholem Aleichem non aveva mai dedicato un’opera completa al sottoproletariato ebraico. Qui ci descrive la vita reale, mostrando che la società ebraica dello shtetl aveva, come la società russa nel suo insieme, i suoi reprobi e la sua malavita. Moshkele il ladro ha una trama avvincente, un’insolita storia d’amore e un ritratto superbo e acuto di un ebreo fuorilegge e del suo ambiente sociale. Vi vediamo uno spaccato della vita ebraica russa della fne del XIX secolo, pieno di personaggi ben delineati, personaggi che non si erano mai visti prima nelle belle lettere yiddish. Dal momento che questo romanzo non è stato incluso nell’edizione standard delle opere di Sholem Aleichem – e ancora non sappiamo perché – esso può essere considerato un’opera «perduta», «appena scoperta», «dimenticata» o «trascurata», oppure una combinazione di tutte e quattro le cose.
Fino al momento in cui scrisse questo romanzo, Sholem Aleichem non aveva mai dedicato un’opera completa al sottoproletariato ebraico. Qui ci descrive la vita reale, mostrando che la società ebraica dello shtetl aveva, come la società russa nel suo insieme, i suoi reprobi e la sua malavita. Moshkele il ladro ha una trama avvincente, un’insolita storia d’amore e un ritratto superbo e acuto di un ebreo fuorilegge e del suo ambiente sociale. Vi vediamo uno spaccato della vita ebraica russa della fne del XIX secolo, pieno di personaggi ben delineati, personaggi che non si erano mai visti prima nelle belle lettere yiddish. Dal momento che questo romanzo non è stato incluso nell’edizione standard delle opere di Sholem Aleichem – e ancora non sappiamo perché – esso può essere considerato un’opera «perduta», «appena scoperta», «dimenticata» o «trascurata», oppure una combinazione di tutte e quattro le cose.

Il Mosè di Freud
Yosef Hayim Yerushalmi, pp.288, € 18
Freud pubblicò L’uomo Mosè e la religione monoteistica nel 1939, lo stesso anno della sua morte. L’Europa era afitta dal nazismo, e le teorie che il padre della psicoanalisi esprimeva in quest’ultima opera sembrarono un attacco inopportuno ed esecrabile alle radici stesse dell’ebraismo. Lo storico Yerushalmi ripercorre il rapporto che Freud intratteneva con l’ebraismo per tentare di chiarire i motivi profondi che lo spinsero a cimentarsi nella scrittura di un testo così controverso e dirompente.
Freud pubblicò L’uomo Mosè e la religione monoteistica nel 1939, lo stesso anno della sua morte. L’Europa era afitta dal nazismo, e le teorie che il padre della psicoanalisi esprimeva in quest’ultima opera sembrarono un attacco inopportuno ed esecrabile alle radici stesse dell’ebraismo. Lo storico Yerushalmi ripercorre il rapporto che Freud intratteneva con l’ebraismo per tentare di chiarire i motivi profondi che lo spinsero a cimentarsi nella scrittura di un testo così controverso e dirompente.

Willy
Israel Joshua Singer pp.152, € 18
Volf Rubin è un giovane ebreo polacco forte e taciturno: non gli piace studiare, ama la natura e gli animali, e si dedica con passione ai lavori agricoli. È proprio l’opposto di suo padre, reb Hersh, che è minuto e chiacchierone e conosce a menadito la Torà. Quando Volf scopre che il padre ha venduto la tenuta di famiglia per ripicca decide di emigrare negli Stati Uniti. Qui, nella remota campagna americana, Volf reciderà ancora di più il suo legame con l’ebraismo, finendo addirittura per cambiare nome e diventare l’instancabile fattore Willy Rubin.
Volf Rubin è un giovane ebreo polacco forte e taciturno: non gli piace studiare, ama la natura e gli animali, e si dedica con passione ai lavori agricoli. È proprio l’opposto di suo padre, reb Hersh, che è minuto e chiacchierone e conosce a menadito la Torà. Quando Volf scopre che il padre ha venduto la tenuta di famiglia per ripicca decide di emigrare negli Stati Uniti. Qui, nella remota campagna americana, Volf reciderà ancora di più il suo legame con l’ebraismo, finendo addirittura per cambiare nome e diventare l’instancabile fattore Willy Rubin.

Golda
Elisabetta Fiorito, pp.176, € 16
Protagonista emblematica della storia d’Israele, ricordata da alcuni con affetto e da altri con biasimo, amata o detestata, ma sempre e comunque considerata iconica e quasi leggendaria, Golda Meir è stata la prima premier donna, e finora l’unica, alla guida dello Stato d’Israele, segnandone per sempre, con la sua forte personalità e le sue scelte politiche, l’identità e il destino.
Protagonista emblematica della storia d’Israele, ricordata da alcuni con affetto e da altri con biasimo, amata o detestata, ma sempre e comunque considerata iconica e quasi leggendaria, Golda Meir è stata la prima premier donna, e finora l’unica, alla guida dello Stato d’Israele, segnandone per sempre, con la sua forte personalità e le sue scelte politiche, l’identità e il destino.