Moralità, l’ultimo libro scritto dal rabbino e flosofo inglese Jonathan Sacks prima della sua morte, è un testamento spirituale, uno sguardo filosofico sul mondo e sull’attualità e una visione di speranza per il futuro dell’umanità, nonostante tutto.
Senza perdersi in un inutile vittimismo o in previsioni apocalittiche, Sacks analizza ogni aspetto della vita contemporanea: dalla dittatura della tecnologia all’intossicazione da social media, dalla manipolazione dell’informazione alle storture della cancel culture. Per fare questo si afda non solo alla tradizione ebraica, ma anche ai suoi maestri laici, filosofie intellettuali di ogni epoca, alle letture che hanno costruito il suo sapere, senza disdegnare nessuno, da David Foster Wallace fino ai testi di self-help più contemporanei. E lo sguardo non è mai puntato sulla malattia quanto sulla guarigione. Ammalarsi è inevitabile, può capitare a chiunque, l’importante è rialzarsi e fare la propria parte per correggere il mondo.Oltre il razzismo, i confitti, il divario economico tra ricchi e poveri, il problema centrale che Sacks individua nel suo Moralità è l’abbandono del concetto di “Comunità”.
Negli ultimi decenni, le società occidentali hanno affidato ogni compito
a due entità principali, il mercato e lo Stato. Le persone si aspettano che la soluzione
a tutti i problemi, le grandi questioni pubbliche come le piccole necessità quotidiane,
trovino una risposta o nel privato che risponde alle leggi del mercato o nel pubblico
che segue le leggi dello Stato. Tuttavia, nel tempo, questa percezione della realtà,
unita a un individualismo imperante, ha fatto sì che le persone si siano isolate e
abbiano cessato di lavorare insieme al miglioramento della società, di collaborare, di
confrontarsi, di fare comunità. E questo stare insieme, non è solo un fatto positivo per
i risultati che può maturare, ma è un elemento fondamentale dell’esperienza umana,
perché nello stare insieme, nel sentirsi comunità, l’uomo trova sostegno e significato,
un ruolo nel mondo e al tempo stesso si crea una stabilità sociale permanente e
solida. Da qui il sottotitolo del libro: Ristabilire il bene comune in tempi di divisioni.
Oggi ci sarebbe bisogno ancor di più della voce sapiente e forte di Jonathan Sacks che
purtroppo ci ha lasciato troppo presto.
Ci rimangono i suoi libri.
Ci rimangono i suoi libri.
Il rabbino Lord Jonathan Sacks
(1948-2020)
È stato una figura religiosa riconosciuta a livello mondiale, un filosofo e una voce morale del nostro tempo. Autore di più di venticinque libri, ha ricevuto sedici lauree ad honorem e numerosi premi per le sue opere.
È stato rabbino capo delle United Hebrew Congregations of the Commonwealth dal 1991 al 2013. Di lui la Giuntina ha già pubblicato Non nel nome di Dio e Moralità.
È stato una figura religiosa riconosciuta a livello mondiale, un filosofo e una voce morale del nostro tempo. Autore di più di venticinque libri, ha ricevuto sedici lauree ad honorem e numerosi premi per le sue opere.
È stato rabbino capo delle United Hebrew Congregations of the Commonwealth dal 1991 al 2013. Di lui la Giuntina ha già pubblicato Non nel nome di Dio e Moralità.