La libreria di Erre

a cura di Shulim Vogelmann

Lettere sull’ebraismo
Stefan Zweig, pp.360, € 20

Stefan Zweig, uno degli autori di maggior successo di lingua tedesca della prima metà del ventesimo secolo, proveniva da una famiglia ebrea viennese facoltosa e assimilata, in cui la tradizione ebraica appare, a un primo sguardo, poco più di una traccia sbiadita e residuale. Questo libro, a cura di Stefan Litt, comprende 120 lettere, la maggior parte delle quali inedite, e costituisce una fonte primaria per esplorare la posizione di Zweig sull’ebraismo in modo ampio e articolato. Dalla sua corrispondenza, che comprende, tra gli altri, interlocutori come Martin Buber, Sigmund Freud, Albert Einstein, Anton Kippenberg, Romain Rolland, Felix Salten e Chaim Weizmann, emergono numerose riflessioni, intuizioni e giudizi sull’ebraismo e il sionismo, resi disponibili per la prima volta in traduzione italiana.
Eredità
Jacques Fux, pp.160, € 14

Tre donne, «tre generazioni distanti legate dal silenzio». Sara è nata a Łódz´ nel 1926 e il diario che scrive a partire dall’agosto del 1939 inizia come un racconto ingenuo e allegro di un amore adolescenziale, ma pagina dopo pagina diventa la cronistoria dolorosa della vita degli ebrei del Ghetto di Łódz´ negli anni dell’occupazione nazista. Sopravvissuta ad Auschwitz e andata in Brasile, Sara proverà a ricominciare un’esistenza lontana dall’Europa e dai suoi orrori. Nel 1949 darà alla luce Clara, che f n da piccola dovrà imparare a convivere con le sofferenze abissali e le marmoree reticenze della madre. Le sue sedute di psicoanalisi, puntualmente trascritte, riveleranno come il trauma della Shoah continui a riverberarsi prepotentemente nelle generazioni successive, arrivando a contaminare perf no sua figlia Lola. Toccherà proprio alla nipote di Sara, giovane ricercatrice universitaria, spezzare questa maledizione trasmessa geneticamente: con le sue annotazioni, Lola tenterà di definire e affrontare la propria eredità familiare e i suoi muti dolori.
La Meteorologa
Tamar Weiss-Gabbay, pp.112, € 14

Nubi all’orizzonte, cariche di pioggia. Una donna cammina a passo svelto verso la rupe che si erge ai confini della cittadina. Si affretta, ma non corre. In testa ha più di un presentimento e il cuore le rimbomba nelle orecchie come i tuoni che scuotono il cielo. È lei la meteorologa, la studentessa che, tornata nella propria cittadina dopo gli studi universitari, aveva creato una stazione meteorologica. Non era stata una follia, perché quella zona non è come le altre: è una curiosa anomalia geografica che non aveva mai conosciuto il lusso di una previsione del tempo. Così la meteorologa era presto diventata un punto di riferimento imprescindibile per la vita della piccola città, un oracolo tanto rispettato quanto temuto. E adesso, dall’alto della rupe, osserva il canyon che si apre sotto i suoi piedi. Qualcosa sta per succedere. Intanto i cumulonembi iniziano a scaricare pioggia e in lontananza si sente, attutito leggermente dal fragore del temporale, un ululato.
Golda
Elisabetta Fiorito, pp.180, € 16

Protagonista emblematica della storia d’Israele, ricordata da alcuni con af etto e da altri con biasimo, amata o detestata, ma sempre e comunque considerata iconica e quasi leggendaria, Golda Meir è stata la prima premier donna, e finora l’unica, alla guida dello Stato d’Israele, segnandone per sempre, con la sua forte personalità e le sue scelte politiche, l’identità e il destino. Nata a Kiev in epoca zarista, seguì prima la famiglia negli Stati Uniti per poi trasferirsi da adulta in Palestina, territorio all’epoca sotto il protettorato britannico. Animata da spirito pionieristico e dal sogno socialista sionista, Golda ha scalato pian piano tutti i gradini del Mapai, il partito laburista, prima come membro di un kibbutz, poi come segretaria e impiegata del sindacato dei lavoratori, f no ad arrivare alla carica di ministro del Welfare, degli Esteri e infine ad assumere il ruolo di primo ministro dal 1969 al 1974. Famosa per i suoi aforismi, le sue frasi tranchant e la sua schiettezza, Golda ha rappresentato un’epoca, quella dei padri – e grazie a lei anche delle madri – fondatori dello Stato ebraico. Questa biografia di Elisabetta Fiorito ne ripercorre le tappe essenziali, personali e politiche, con un’attenzione particolare ai rapporti con l’Italia, all’incontro con Aldo Moro e all’amicizia con Pietro Nenni.
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