Presentazione del volume “La Commedia del fidanzamento”

“La pubblicazione de “La Commedia del Fidanzamento” rappresenta – dice Giovanna Martelli, Segretaria generale della Fondazione Rut – la prima edizione di un progetto più ampio che stiamo realizzando con la casa editrice Giuntina sulla cultura ebraica italiana”.


La Commedia del fidanzamento, scritta da Leone de’ Sommi intorno al 1560, è la prima opera teatrale composta in lingua ebraica. Ambientata nella vivace comunità ebraica di Mantova, racconta con ironia e leggerezza le disavventure di Yedidiah e Beruriah, due giovani innamorati ostacolati da interessi familiari, eredità contese e matrimoni combinati. Tra equivoci, travestimenti e momenti di irresistibile comicità, sarà il saggio rabbino Amittay a sciogliere l’intricata trama e a riportare l’ordine. Con grande freschezza scenica, l’opera affronta temi universali e sorprendentemente attuali: l’amore contrastato, il peso delle convenzioni, il conflitto tra desiderio individuale e norme collettive. Sullo sfondo, la complessa convivenza tra ebrei e cristiani e la quotidianità di una società ricca di sfumature, tradizioni e contraddizioni.


Leone de’ Sommi (Mantova, 1525 ca. – 1590 ca.) fu poeta, drammaturgo e figura di spicco della comunità ebraica mantovana. Discendente da una famiglia di medici e scienziati, si formò tra studi ebraici e cultura umanistica. Esordì giovanissimo come copista e si distinse per la scrittura bilingue, alternando ebraico e italiano, e per la vivace partecipazione al dibattito intellettuale dell’epoca. Operò alla corte dei Gonzaga, contribuendo alla vita artistica della città e collaborando con musicisti, letterati e accademici. Fu autore di poesie, trattati e opere teatrali, tra cui La commedia del fidanzamento, primo esempio noto di teatro in lingua ebraica. Intellettuale versatile, fu protagonista di accese dispute letterarie, nelle quali rivendicò il valore dell’ebraismo nella cultura rinascimentale. Proposta per la prima volta in traduzione integrale italiana dalla casa editrice Giuntina, questa commedia restituisce al pubblico un’opera colta, divertente e di sorprendente attualità, capace di unire intrattenimento, riflessione e memoria storica.

Erica Baricci è docente di Lingua e Cultura ebraica presso l’Università dell’Insubria, dove è stata anche assegnista di ricerca in qualità di “Rothschild fellow”. Ha tenuto numerosi corsi di Ebraico, Aramaico e Cultura ebraica per Università, Biblioteche e Centri culturali, tra cui: l’Università degli Studi di Milano, la Fondazione UniverMantova, la Biblioteca Comunale Teresiana e il centro di studi sul mondo antico “Athena Nova”. Si occupa principalmente di Letteratura ebraica nel Medioevo e nella prima Età moderna, di Lingua e Letteratura giudeo-occitana, di Manoscritti ebraici, di fonti non ebraiche del giudeo-italiano, con particolare riferimento alla Commedia dell’arte.


Tra i suoi studi più recenti si ricordano:
Tradurre Ester in (giudeo-)provenzale tra esegesi biblica, indagine linguistica e spiritualità, «Specula» 9 (maggio 2024); Gatti, topi e capretti nel rito della Pasqua ebraica, in Annali DiSuit 2021-2023, a cura di A. Casati, E. Storace, Ledizioni, Milano 2024; Judeo-Roman on stage: the scena all’ebraica in the Novantanove Disgrazie di Pulcinella (Rome 1769) by Gregorio Mancinelli, per il numero speciale Imitating Jewish Speech del «Journal of Jewish Languages» 11 (2023); Canti e preghiere dal siddur giudeo provenzale (ms. Leeds, Brotherton Library, Roth 32): considerazioni linguistiche e stilistiche, «Specula» 6 (maggio 2023); The Ma‘asé Ester. A Judeo-Provençal poem about Queen Esther. A Critical Edition with Commentary, Études sur le Judaïsme Médiéval, Tomo 92, Brill, Leiden-Boston 2022.