Intervista a Roberta Aramu, viceresponsabile nazionale del Gruppo donne e membro del dipartimento di studio, e Cristina Canestrelli, Segretaria Nazionale del Gruppo donne dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, l’organizzazione di riferimento di una delle grandi tradizioni buddiste, codificata nel XIII secolo in Giappone da Nichiren Daishonin e basata sull’insegnamento del Sutra del Loto. Questo movimento laico, fondato a Tokyo il 18 novembre 1930 ha diffuso fino a oggi in 192 paesi e territori la dottrina buddista di Nichiren Daishonin e conta oltre 12 milioni di fedeli. In Italia questo insegnamento è praticato da oltre 100.000 cittadine e cittadini, venendo riconosciuto ufficialmente nel 2000.
di Davide Saponaro
Nella sua tradizione religiosa, esiste un concetto simile a quello del Giubileo, legato al perdono, alla riconciliazione o alla rinascita spirituale?
È importante premettere che la religione buddista fondata sull’insegnamento di Nichiren Daishonin e sul Sutra del Loto del Budda Shakyamuni (portata avanti dalla Soka Gakkai) stabilisce che il luogo dove tutto accade è il cuore umano e che l’unica via per realizzare il cambiamento che desideriamo vedere negli altri o altre, nell’ambiente sociale o naturale, si trova nella trasformazione del proprio cuore. La parola cuore non si riferisce a una dimensione emotiva o affettiva, ma racchiude l’essere umano nella sua complessità, razionale, emotiva, istintiva, sociale e relazionale. Da questo punto di vista anche la pace mondiale risiede in tale cambiamento, che in termini attuali viene chiamato rivoluzione umana. Riguardo al perdono il Buddismo offre una visione del mondo, oltre i confini dell’io, che dà conto della relazione di reciproca inclusione tra tutti i fenomeni, tra la realtà fondamentale della vita dell’universo e la vita individuale (è il principio di Engi origine dipendente).
Spiega che a un livello profondo siamo tutti e tutte legati e siamo in relazione non solo con chi ci è fisicamente vicino, ma con ogni essere vivente nel grande Universo. L’essere parte di un tutto cosmico, in dinamica e continua trasformazione, contrasta con la possibilità di costruire la nostra felicità sull’infelicità degli altri e rivela che ogni nostra azione influisce sul mondo intorno a noi.
Per questo motivo nel Buddismo di Nichiren Daishonin è fondamentale concentrare le proprie preghiere sul desiderio di provare gratitudine per ogni essere vivente, considerando ogni circostanza, anche quella apparentemente infausta, come la chiave per accedere a una condizione vitale di apprezzamento e profondo rispetto per la dignità e la sacralità di ogni singola vita. La recitazione quotidiana del Daimoku (Nam myoho renge kyo) ci permette di superare il nostro egocentrismo e abbracciare, invece, una visione profonda e universale, aprendo un sentiero per trasformare il risentimento, o qualunque altro sentimento che impedisca una risoluzione verso il perdono e la riconciliazione.
Come viene vissuto il tema del “tempo sacro” o del “tempo favorevole” nella sua fede? Ci sono periodi speciali dedicati alla purificazione o alla riparazione del rapporto con Dio e con gli altri?

Nel buddismo di Nichiren Daishonin e negli insegnamenti del Budda Shakyamuni non vi sono indicazioni di riti specifici di “purificazione con gli altri”.
In particolare nell’insegnamento del Daishonin la dimensione temporale che viene messa in luce è l’istante presente, egli scrive: «La vita in ogni singolo istante abbraccia il corpo e la mente, l’io e l’ambiente di tutti gli esseri senzienti dei dieci mondi e anche di tutti gli esseri insenzienti dei tremila regni: le piante, il cielo e la terra, fino al più piccolo granello di polvere. La vita in ogni singolo istante permea l’intero regno dei fenomeni e si manifesta in ognuno di essi».
(Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 3).
Secondo le scritture buddiste esistono “sessantacinque istanti in uno schiocco di dita” (Da Il Grande commentario sull’Abhidharma). L’istante è dunque una dimensione temporale infinitamente piccola che può essere osservata come l’infinitesimale parte di un continuum che va dall’infinito passato all’infinito futuro, passando per l’istante presente. Questo, che viene chiamato ichinen, è l’istante che racchiude sia la condizione vitale (spirituale) di quel momento, sia un potenziale senza limiti. Da questo punto di vista l’eternità è una serie ininterrotta di istanti e un singolo istante condensa la vita intera. Questa prospettiva mette in luce la fondamentale importanza di vivere ogni attimo come unico e irripetibile, ogni istante è speciale ed è il momento oppor- tuno per creare il massimo del valore dentro sé stessi e con gli altri e le altre da noi. Ogni istante è sacro ogni istante è il “tempo favorevole”.
Qual è il significato del pellegrinaggio nella sua religione? È visto anche come un cammino di rinnovamento o riconciliazione?
C’è una tradizione di pellegrinaggio verso il luogo simbolico che rappresenta il grande Santuario per la realizzazione di kosenrufu mondiale, ovvero la pace e la felicità di tutte le persone e di tutti gli esseri. Attualmente questo luogo per i membri della Soka Gakkai è il Kosenrufu Daiseido, che si trova a Tokyo. È importante chiarire non si tratta di un luogo dove andare per ottenere l’Illuminazione. È piuttosto un luogo in cui pregare per la pace nel mondo (kosenrufu) e per la nostra trasformazione interiore o rivoluzione umana, un luogo in cui viene rinnovata la promessa (o voto) di essere parte attiva al bene dell’umanità e del pianeta. Questo voto non è individuale, ma è condiviso tra i fedeli e tramandato nel corso dei secoli dalla relazione maestro e discepolo. Possiamo definirlo il cuore della pratica del Buddismo di Nichiren che si fonda su l’intenso desiderio di emancipazione dalla sofferenza di tutte le persone contenuto nel Sutra del Loto. Tale desiderio è condensato in queste parole del Sutra del Loto: «Questo è il mio pensiero costante: come posso far sì che tutti gli esseri viventi accedano alla Via suprema e acquisiscano rapidamente il corpo del Budda?» (SDL, 16, 305).
“Una forte determinazione a indirizzare saldamente i tempi verso il bene è la forza trainante che ci spinge a creare il tempo giusto. Il “tempo” non è meramente una condizione oggettiva: esso è plasmato essenzialmente da una forte volontà. In altre parole, una buona epoca si crea con la volontà di lottare e vincere, un giorno dopo l’altro, con assiduità e fermezza, indipendentemente dal fatto che qualcuno veda o meno i nostri sforzi“
ll Giubileo è anche un tempo per la giustizia sociale: nella sua tradizione ci sono esperienze o insegnamenti che incoraggiano l’aiuto ai poveri, la liberazione dai debiti, o il ristabilimento dell’equità tra le persone?
Nel Buddismo vengono definite tre epoche che susseguono alla morte del Budda, sono il Primo, il Medio e l’Ultimo Giorno della Legge e descrivono la realtà dell’insegnamento buddista da dopo la morte del Budda e nel corso dei secoli. Il Primo Giorno della Legge riguarda il primo periodo di cinquecento anni (in alcune scritture dura 1000 anni), che nel Sutra della grande raccolta è descritto come l’epoca del conseguimento della liberazione, poiché tutti gli elementi dell’insegnamento di Shakyamuni: l’insegnamento, la pratica e la prova, sono presenti e all’opera.
Il Medio Giorno della Legge viene anche detto “era della legge formale” o apparente, dove il legame tra l’insegnamento del Budda e le persone perde sostanza, si indebolisce e le persone faticano a conseguire l’illuminazione, mentre si costruiscono templi e stupa. Secondo il Sutra della grande raccolta il Medio Giorno dura mille anni.
L’Ultimo Giorno della Legge è detto anche era decadente o epoca finale, in cui la pura Legge è perduta. Ha inizio nell’ultimo periodo di cinquecento anni dopo la morte del Budda, Il Sutra della grande raccolta lo descrive come un’epoca di dispute e conflitti dove le idee erronee avranno il sopravvento. Questo periodo corrisponde alla nostra epoca e ha una durata di diecimila anni (infinito futuro).
Nel Sutra del Loto la prospettiva è diversa, l’Ultimo Giorno della Legge viene indicato come il tempo in cui l’insegnamento verrà recuperato e diffuso per portare benefici a tutta l’umanità. Nichiren Daishonin abbraccia la visione del Sutra del Loto e ne estrapola l’insegnamento più appropriato per vivere in un’epoca simile: la recitazione del Daimoku (Nam myoho renge kyo), una pratica che consente di attingere direttamente al potenziale più elevato di ciascuno, permettendo di superare i limiti dell’oscurità. A raccogliere il desiderio di pace e felicità per tutti gli esseri del Budda Shakyamuni sono i Bodhisattva della terra, le persone comuni, che dedicano la loro vita alla propagazione dell’insegnamento di Nam myoho renge kyo, permettendo a tutti di accedere alla stessa condizione vitale del Budda. Questa emancipazione, che passa per la trasformazione del cuore umano, è la chiave per la realizzazione della giustizia sociale, del rispetto della dignità di ogni singola vita e per ogni forma di liberazione.
In questo modo il Sutra del Loto apre una prospettiva in cui il tempo adatto diventa un concetto dinamico, determinato dalla decisione e dall’impegno dei discepoli di diffondere la filosofia della dignità della vita.
Scrive il maestro Ikeda nella lezione sul Gosho La scelta del tempo (Esperia, pag. 20): «Una forte determinazione a indirizzare saldamente i tempi verso il bene è la forza trainante che ci spinge a creare il tempo giusto. Il “tempo” non è meramente una condizione oggettiva: esso è plasmato essenzialmente da una forte volontà. In altre parole, una buona epoca si crea con la volontà di lottare e vincere, un giorno dopo l’altro, con assiduità e fermezza, indipendentemente dal fatto che qualcuno veda o meno i nostri sforzi».
In termini attuali, possiamo nominare questo processo come umanesimo buddista, è un concetto che si va realizzando attraverso l’impegno concreto delle persone, in questo senso i membri della Soka Gakkai agiscono incoraggiando quotidianamente le persone attraverso le loro esperienze e mostrando come affrontano e trasformano le difficoltà. Inoltre l’umanesimo buddista mette al centro l’importanza della collaborazione con altre fedi e organizzazioni che si impegnano a difesa dei diritti umani e agiscono concretamente nell’aiutare poveri e minoranze (etniche, religiose e di genere). Inoltre la Soka Gakkai persegue obiettivi fondamentali quali: il disarmo globale e la messa al bando delle armi nucleari attraverso la campagna e la mostra omonima: Senzatomica. Trasformare il cuore umano per un mondo libero dalle armi nucleari; il contrasto al cambiamento climatico attraverso la campagna: Cambio io cambia il mondo e la mostra l’Eredità della Vita, oltre a percorsi educativi per i più giovani. Osservare la realtà attuale fatta di conflitti, ingiustizie e disparità sempre più ampie può portare a provare un grave senso di impotenza e rassegnazione.
Appare invece evidente che impegnarsi, ognuno e ognuna nel suo modo, fare la propria parte e collaborare con le altre persone, oltre le credenze e le convinzioni, è la strada per infondere speranza e dare valore alla vita. Il presidente Ikeda, nella prefazione alla Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin scrive: «continuando a percorrere questo cammino di dialogo e reciproco miglioramento, ogni fede potrà manifestare il proprio valore intrinseco, contribuendo alla creazione di un sodalizio di “religioni per l’essere umano” in grado di trasformarsi nella forza più grande per la realizzazione della pace nel mondo.»
