di Cenap Mustafa Aydin – Direttore dell’Istituto Tevere – Centro per il dialogo
Il Pellegrinaggio come Rinascita Spirituale
Nell’Islam, il Hajj rappresenta l’equivalente del Giubileo cristiano ed ebraico. Come nel Giubileo, il pellegrinaggio alla Mecca offre una completa rinascita spirituale: chi lo compie torna “puro come il giorno in cui è nato”.
La Preparazione: Un Cammino di Riconciliazione
Prima di partire per la Mecca, ogni musulmano deve prepararsi spiritualmente attraverso la riconciliazione. Questo processo inizia con un pentimento sincero, chiedendo perdono a Dio per tutti i peccati passati, proprio come nel Giubileo cristiano dove si ottiene l’indulgenza plenaria. Tuttavia, la preparazione non si ferma al rapporto con il divino: è necessaria anche la riconciliazione con gli altri, risolvendo conflitti, restituendo debiti e chiedendo perdono a chi si è offeso. È impossibile ottenere il perdono divino senza prima aver riparato i torti verso il prossimo.
Fondamentale in questa preparazione è lo sviluppo della pazienza e della perseveranza. La pazienza nell’Islam non significa solo sopportare le difficoltà del viaggio e della vita quotidiana, ma anche perseverare nel bene e mantenere la fiducia in Dio anche nei momenti più difficili. Questa virtù si coltiva attraverso la preghiera costante e l’esercizio della generosità verso il prossimo.
I Tempi Sacri nell’Islam
Come nel cristianesimo e nell’ebraismo esistono tempi liturgici speciali, l’Islam riconosce diversi periodi sacri dedicati alla purificazione spirituale. La Notte del Destino durante il Ramadan rappresenta il momento più sacro dell’anno. I musulmani passano questa notte in preghiera intensa, leggendo il Corano e chiedendo perdono. È simile alla Notte Santa cristiana, ma con un valore spirituale ancora maggiore: una sola notte vale più di mille mesi di preghiera normale.
Il mese di Ramadan intero costituisce un periodo di purificazione attraverso il digiuno, la preghiera intensificata e la carità verso i bisognosi, paragonabile alla Quaresima cristiana ma ancora più intenso nella sua pratica quotidiana. Il proverbio turco “vivere ogni notte come la notte di Destino” invita a mantenere sempre alta la consapevolezza spirituale, non limitando la devozione a momenti specifici ma facendo di ogni giorno un’opportunità di crescita spirituale.

Il Significato del Pellegrinaggio
Il Hajj trasforma profondamente chi lo vive attraverso una serie di gesti simbolici carichi di significato. I pellegrini indossano semplici abiti bianchi che eliminano ogni distinzione sociale: ricchi e poveri, potenti e umili sono tutti uguali davanti a Dio.
Questo richiama l’ideale del Giubileo di uguaglianza e giustizia sociale, dove le differenze mondane perdono ogni rilevanza di fronte al sacro.
“Il proverbio turco “trattare ogni persona come Hidr” si riferisce a un profeta misterioso che può apparire sotto qualsiasi forma per testare la generosità e l’ospitalità umana.”
Durante il pellegrinaggio, i musulmani com- piono gli stessi gesti di Abramo, Agar e Isma- ele, collegandosi alle radici comuni con ebrai- smo e cristianesimo. La corsa tra i colli di Safa e Marwah ricorda la disperazione di Agar in cerca d’acqua per il figlio Ismaele, mentre stare nella piana di Arafat rappresenta sim- bolicamente il momento del Giudizio finale. Ogni rituale del Hajj ha lo scopo di purificare l’anima e di riconciliare il pellegrino con Dio e con se stesso.
La Giustizia Sociale nell’Islam
Come il Giubileo biblico prevedeva la liberazione dei debiti e l’aiuto sistematico ai poveri, l’Islam ha istituito un sistema permanente di giustizia sociale che non dipende da ricorrenze particolari. L’elemosina obbligatoria ridistribuisce la ricchezza dai più abbienti ai bisognosi attraverso una percentuale fissa del patrimonio che deve essere donata ogni anno. Non si tratta di carità volontaria, ma di un vero e proprio diritto dei poveri sulla ricchezza dei ricchi, che purifica sia chi dona che chi riceve.
Il divieto assoluto dell’usura protegge i debitori dallo sfruttamento economico, creando un sistema finanziario più equo simile alle leggi giubilari che annullavano periodicamente i debiti. L’insegnamento legato alla figura di Hidr arricchisce ulteriormente questa visione: il proverbio turco “trattare ogni persona come Hidr” si riferisce a un profeta misterioso che può apparire sotto qualsiasi forma per testare la generosità e l’ospitalità umana. Questo insegna a vedere in ogni persona, specialmente nei poveri e negli stranieri, un possibile messaggero divino, proprio come l’ospitalità biblica verso “gli angeli senza saperlo”.

Tempi di Grazia Continui
A differenza del Giubileo che ricorre a intervalli fissi di decenni, l’Islam offre opportunità continue di rinnovamento spirituale. Ogni venerdì rappresenta un “piccolo pellegrinaggio” con la preghiera comunitaria che riunisce tutti i fedeli senza distinzioni. Ogni preghiera quotidiana costituisce un momento di riconciliazione con Dio, e il Hajj stesso può essere compiuto ogni anno da chi ne ha la possibilità, non limitandosi a una sola volta nella vita.
Il pellegrino che torna dalla Mecca porta con sé non solo la purificazione personale, ma anche l’esperienza concreta dell’unità di tutti i musulmani del mondo, avendo pregato fianco a fianco con credenti di ogni nazione e condizione sociale. Come nel Giubileo, questo rinnovamento individuale si trasforma naturalmente in rinnovamento della comunità attraverso la pratica quotidiana della giustizia, della misericordia e della solidarietà verso tutti, specialmente verso i più bisognosi.